Come funziona l’interruttore differenziale e a cosa serve

Meglio conosciuto come salvavita, l’interruttore differenziale é un dispositivo di sicurezza che deve essere obbligatoriamente presente su ogni impianto elettrico. Gli interruttori differenziali sono, quindi, dei componenti elettronici che vengono montati sul contatore luce o sul quadro elettrico con la funzione di interrompere il flusso di corrente nel caso di dispersione elettrica (che supera una prestabilita soglia di sicurezza), oppure in caso di guasti a terra, per evitare scosse o folgorazioni. Questa tipologia di componenti si definiscono differenziali perchà© si azionano in caso si presenti una differenza di corrente tra l’ingresso e l’uscita. Gli interruttori differenziali hanno solitamente un pulsante T sul contatore elettrico.

Come funziona l’interruttore differenziale

Per capire come funziona un interruttore differenziale possiamo partire da un circuito monofase, composto da 2 cavi (fase e neutro) attraversati da corrente elettrica. In pratica, la corrente che attraversa i due cavi del differenziale deve avere il medesimo valore, sia in fase che in neutro: se il valore non é lo stesso allora l’interruttore salta, interrompendo la fornitura di corrente. Ogni relé differenziale possiede un circuito magnetico all’interno del quale sono presenti dei solenoidi: se la corrente che entra ha lo stesso valore di quella che esce, il flusso magnetico si annulla. Nel caso di squilibrio, invece, il magnetismo del circuito attiva un’ancorina che fa scattare la molla preposta a interrompere la corrente.

Differenziale puro e interruttore magnetotermico: quali differenze

Come detto, l’interruttore differenziale puro si aziona nel caso vi sia una dispersione di corrente elettrica. Pertanto, questo dispositivo entra in funzione solo quando rileva il superamento di soglie di intervento predefinite. Attualmente, il valore massimo della differenza fra la corrente in entrata e in uscita previsto da un differenziale usato in un impianto elettrico residenziale é di 0,03 Ampere. Tale valore é indicato con la lettera Delta (∆). Questo dispositivo, sebbene debba essere presente per Legge in tutti gli impianti elettrici, non protegge le persone da cortocircuiti o sovraccarichi di corrente.

L’interruttore magnetotermico, come quello differenziale é un dispositivo salvavita. A differenza del differenziale puro, però, il magnetotermico interviene in caso di malfunzionamenti o di anomalie dell’impianto elettrico. Questo dispositivo, quindi, blocca la corrente sia per evitare che le persone possano prendere una scossa ma anche quando l’impianto non funziona nella maniera corretta. All’interno dell’interruttore magnetotermico é presente un doppio meccanismo, termico e magnetico. Il sistema termico protegge dai sovraccarichi di corrente, mentre quello magnetico dai cortocircuiti. L’interruttore termico, per funzionare, sfrutta il calore prodotto dal passaggio della corrente all’interno del circuito. Se il valore del calore supera una soglia prestabilita allora l’interruttore scatta. Il blocco della corrente, in questo caso non é istantaneo, per evitare la segnalazione di un falso sovraccarico. L’interruttore magnetico, invece, ha la funzione di segnalare cortocircuiti di un apparecchio elettrico. Tale evenienza é molto pericolosa perchà© in caso di un cortocircuito la potenza elettrica é molto elevata, tanto da produrre danni sia alle persone che allo stesso impianto elettrico. In questi casi la forza magnetica che si genera all’interno del trasformatore é così elevata da produrre l’immediata sospensione della corrente nel circuito.

Interruttore magnetotermico differenziale: cos’é e tipologie

L’interruttore magnetotermico differenziale é il più usato in ambito domestico. Esso svolge tre funzioni essenziali:

  1. Differenziale: proteggere dalle dispersioni di corrente;
  2. Termica: proteggere dai sovraccarichi;
  3. Magnetica: proteggere dai cortocircuiti.

Dovendo scegliere un interruttore elettrico magnetotermico differenziale si dovranno considerare quattro elementi:

  • La corrente nominale, ovvero la massima potenza elettrica del circuito da salvaguardare.
  • La corrente differenziale: la soglia, oltre la quale, il differenziale deve intervenire.
  • La tipologia di differenziale: per gli usi residenziali si ricorre a interruttori AC, ovvero interruttori che funzionano con onde sinusoidali.
  • Il valore di interruzione: cioé il valore oltre il quale l’interruttore segnala il corto circuito.

Agli interruttori magnetotermici differenziali tradizionali, si affiancano oggi, quelli di ultima generazione. Questi differiscono dai primi per la possibilità  di eseguire il riarmo della corrente in maniera automatica a distanza, e non più solo manuale. Utilizzando questa tipologia di interruttori, quindi, non sarà  necessario raggiungere il contatore per riattivare la corrente ma lo si potrà  fare anche da smartphone.

Perchà© il salvavita scatta: le possibili cause

Le cause per cui un l’interruttore elettrico differenziale, magnetotermico o magnetotermico differenziale saltano, sono da ricondurre al funzionamento di questi dispositivi di sicurezza. Pertanto, essi, possono saltare e interrompere il flusso di corrente in caso di:

  • cortocircuito per malfunzionamento di apparecchi elettrici,
  • contatto fra due elementi conduttori dell’impianto elettrico,
  • sovraccarico di corrente elettrica,
  • anomalie dell’impianto, quali sbalzi di tensione e maltempo,
  • elettrodomestico non isolato,
  • rottura del differenziale magnetotermico.

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